narrativa fantasy

Fantasy: alla scoperta del genere con la blogger Ylenia Putortì

Ottobre è il mese dedicato ai maghi, alle streghe, ai non-morti e alle storie fantastiche – quelle che mettono anche un po’ paura. Quindi, mi sono detta: perché non dedicare un articolo del blog al genere fantasy che, complici serie TV e booktoker, sta conoscendo una nuova fioritura?

Purtroppo però, il fantasy non è affatto un genere che prediligo. Ammetto la mia abissale ignoranza in materia – ho letto solo “Harry Potter” e poco altro. Per questo motivo ho chiesto aiuto a Ylenia Putortì, una blogger calabrese trapiantata a Pisa che sul suo portale Narrativa Fantasy condivide recensioni di libri, interviste agli autori e brevi racconti del genere.

Quali sono i caratteri principali di questo genere?  

Quando parliamo di genere fantasy, dobbiamo ricordare che i veri protagonisti sono gli elementi fantastici e magici. Non basta inserire nella storia un personaggio immaginario (orco, fata, mago, drago…) per far sì che la storia sia fantasy. È fondamentale stupire il lettore con l’incredibile, e l’incredibile deriva dalla descrizione della magia.

Ma veniamo ora più strettamente alle caratteristiche del genere. Anche se esistono esempi di narrazione in prima persona, di solito nel fantasy le storie vengono scritte in terza persona. Se pensiamo a esempi illustri come “Il trono di spade” o “Il signore degli anelli”, si tratta di saghe narrative di ampio respiro che coinvolgono molti personaggi e si spalmano in un intervallo temporale lungo. In questi casi, la narrazione da un solo punto di vista è praticamente impossibile.

Per quanto riguarda il linguaggio, non è necessario che esso sia complesso e astruso (come nel “Silmarillion” di Tolkien). È vero che la narrazione fantasy si avvale di molti termini inventati (relativi a luoghi, incantesimi, cibi o personaggi) e talvolta di vere e proprie lingue dotate di alfabeti. Tuttavia, il lessico aulico e complicato è una scelta stilistica del singolo autore e non dell’intero genere.

Queste sono le caratteristiche più generiche, che accomunano un po’ tutte le storie fantasy. Molte altre peculiarità dipendono dal sottogenere a cui appartiene l’opera. La grande famiglia del fantasy, infatti, si divide in moltissimi sottogeneri, ognuno dei quali ha caratteristiche precise.

Uno dei più noti e apprezzati è senza dubbio l’urban fantasy. Questa tipologia ha per protagonisti sia persone normali che divinità o maghi, mentre l’ambientazione è sempre quella di una città ai giorni nostri. Esempi di questo sottogenere sono la saga di “Harry Potter” (ambientata a Londra) e “The Vampire Diaries” (ambientato in una piccola città immaginaria nello Stato del Virginia).

Un altro sottogenere fantasy molto amato è quello dell’high fantasy. In questo caso i protagonisti sono maghi, nobili cavalieri e gentildonne, mentre l’ambientazione si sviluppa in mondi paralleli o in un Medioevo mitizzato. Qualche esempio? “Il trono di spade” o “Il signore degli anelli”.

Cosa non può mancare in una storia fantasy?

Come ho già detto prima, da parte dell’autore non può mancare un grande studio pregresso. Scrivere un fantasy è complicatissimo, perché al suo interno contempla l’esistenza di mondi, lingue, alfabeti, esseri bizzarri e poteri magici. Per non parlare del fatto che spesso si vanno a riprendere miti, fiabe e leggende del folklore popolare che devono essere ben presenti nella mente di chi scrive.

Se all’autore mancano le giuste conoscenze, unite a una meticolosa attenzione ai dettagli, mancherà anche la coerenza all’interno della storia e del genere. Inoltre, a causa dell’ampio respiro di un’opera fantasy, c’è il rischio che nella narrazione si cadano in errori e imprecisioni se non si ha tutto sotto mano.

Indispensabili sono poi le lunghe sequenze descrittive, che permettono al lettore di immaginare l’ambientazione e i personaggi. Ricordiamo che stiamo raccontando qualcosa che chi legge non conosce (draghi, mostri, ambienti fatati) – ecco perché descriverle bene è fondamentale per il successo della storia.

Parlando di successo della storia, non dobbiamo dimenticare che il fantasy si basa su una narrazione originale e ricca di colpi di scena, che deve stupire e tenere il lettore incollato alla pagina. Purtroppo, la letteratura di questo genere abbonda di banali copie di trame già famose, arricchite da un linguaggio pseudo-aulico, che non sorprendono più il lettore navigato. Cadere nel banale è davvero molto facile in questo genere più che in altri.

Chi sono i protagonisti di un romanzo fantasy?

Anche la risposta a questa domanda dipende molto dal sottogenere che prendiamo in considerazione. I protagonisti di una storia fantasy sono davvero di tutti i tipi. Possiamo leggere la storia di mostri o esseri magici – come vampiri, licantropi, draghi, elfi, folletti, maghi e streghe.

Oppure possiamo immergerci nelle avventure di semidei (figli di dei e persone umane), o ancora di eroi dalla forza incredibile, o di persone umane prive poteri magici. Insomma, le possibilità sono davvero infinite. L’importante è creare un contesto credibile per la nostra storia fantasy e inserirvi all’interno personaggi coerenti con quel contesto.

Per esempio, ne “Il trono di spade” abbiamo una storia ambientata nel Medioevo. Ci sono molti personaggi senza poteri magici, e alcuni dotati di qualche potere. Ci sono poi esseri fantastici come draghi (appartenenti alla mitologia classica) e non-morti (personaggi inventati da Martin). Tutti questi personaggi così diversi fra loro riescono comunque ad amalgamarsi bene fra loro.

Quali sono i topoi del genere?

Come i personaggi, anche i topoi variano in base al sottogenere fantasy a cui la nostra storia appartiene. Tuttavia, è possibile individuare una struttura generale comune più o meno a tutti gli esempi del genere:

  • situazione iniziale di calma;
  • rottura dell’equilibrio;
  • sviluppo della vicenda vera e propria (parte più straordinaria e avvincente, ricca di peripezie);
  • epilogo (colpo di scena che ribalta la situazione iniziale);
  • conclusione della storia attraverso la creazione di un nuovo equilibrio.

Per quanto riguarda i topoi, ovvero gli schemi narrativi tipici del genere, non possiamo non menzionare il viaggio dell’eroe. Esso viene intrapreso per riprendere un oggetto perduto o rubato, salvare una principessa, raggiungere un obiettivo ambizioso. Si tratta di un viaggio sia fisico e psicologico, che ha una valenza fondamentale per il personaggio. Chi lo compie, infatti, durante il viaggio farà delle esperienze che lo cambieranno e gli permetteranno di crescere e maturare.

Connessa al viaggio dell’eroe (in qualche modo lo anticipa) vi è la cosiddetta chiamata all’avventura. Il protagonista vive nel suo piccolo e rassicurante mondo quando un evento o una persona lo costringe a lasciare la sua tranquillità domestica e a mettersi in marcia per affrontare il suo destino da eroe.

 Anche la lotta fra bene e male è un cliché tipico del genere fantasy. In queste storie assistiamo quasi sempre alla vittoria del bene – tranne in sottogeneri come il dark fantasy, in cui l’autore fa immedesimare il lettore nei cattivi.

Vi è poi sempre presente l’antico artefatto, ovvero l’oggetto perduto che va ritrovato o che detiene poteri magici talvolta oscuri. È il caso del famoso anello nella saga di Tolkien o degli horcrux in “Harry Potter”.

Ripresa dalla mitologia antica e dalle fiabe (a cui le storie fantasy si ispirano), vi è poi la trasmissione dei valori morali. Giustizia, amore, amicizia, difesa della comunità: questi sono solo alcuni degli insegnamenti che una storia fantasy può lasciare al pubblico dei suoi lettori. La natura dell’insegnamento morale dipende anche dal target di riferimento, ovvero dal pubblico immaginato per una certa storia.

Un topos che non è sempre presente, invece, è il lieto fine – anche questo mutua dalle fiabe. Solitamente, come ho detto, la storia si conclude con il trionfo del bene sul male e il ripristino dell’equilibrio iniziale, ma non è sempre detto che questo accada.

Ad esempio, la storia de “Il trono di spade” coinvolge numerose casate (famiglie della borghesia medievale) e non possono essere tutte vincenti. Ecco perché alla fine della storia sono vincitori e vinti – un finale dolceamaro che va bene per alcuni ma non per altri.

Ma ora veniamo a qualche domanda personale. Come ti sei appassionata al genere fantasy?

Sin da bambina, guardando serie trasmesse in TV, mi sono resa conto che mi piacevano le storie con eroi e personaggi immaginari (draghi, mostri, semidei, maghi). Purtroppo, però, mi sono appassionata alla lettura un po’ tardi (ero alle scuole medie) e ci ho messo un po’ di tempo prima di comprendere quale genere mi piacesse davvero leggere. Ecco perché ho ancora tantissimo da imparare.

Il blog Narrativa Fantasy nasce come parte della mia tesi di laurea magistrale, ma quando il lavoro accademico si è concluso, non me la sono sentita di chiuderlo e abbandonare questo bellissimo progetto che mi ha permesso di conoscere persone, istaurare rapporti umani nati dalla comune passione per la letteratura.

Qual è il tuo autore fantasy preferito?

Diciamo che non sono il tipo di persona che legge un unico autore e non si apre ad altri esponenti del genere, perché questo mi metterebbe i paraocchi e mi impedirebbe di scoprire tanta buona letteratura contemporanea – anche fra gli autori emergenti italiani.

Posso dire, però, che sono molto legata a George R. R. Martin (autore de “Il trono di spade” ndr), perché è grazie ai suoi libri se mi sono appassionata al genere fantasy.

Quali libri fantasy ti senti di consigliare ai neofiti del genere?

Il mio consiglio è di iniziare con la lettura dell’opera di Tolkien, perché è considerato il padre del genere e fonte di ispirazione per molti autori a lui successivi. Tuttavia, come ho detto, il fantasy è un universo vastissimo che comprende sottogeneri fra loro anche molto diversi. Ecco perché consiglio di approcciarsi a libri e autori diversi, sperimentare, per capire quali siano i personaggi preferiti e la tipologia di ambientazione che può piacere o meno.

Insomma, tutto dipende dai gusti del lettore, dal sottogenere preferito, e non mi sento di dare consigli troppo specifici in merito. Per esempio, personalmente non amo la saga di “Harry Potter”, anche se è considerato un must del genere fantasy.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *