il posto giusto per scrivere

Perché è così importante avere un posto giusto per scrivere e leggere

Volete iniziare una nuova routine di scrittura, o intensificare la vostra abitudine alla lettura, ma non sapete da dove iniziare? Un problema potrebbe essere l’assenza di un posto giusto da dedicare a queste attività.

Il “posto giusto” non è solo un luogo fisico, ma anche un momento della giornata (o della settimana) e una disposizione d’animo ben precisa. Potremmo volerci dedicare alla lettura ogni sera dopo cena, rintanandoci nella nostra poltrona preferita con il nostro libro che già ci aspetta lì. Oppure ci si può dedicare alla scrittura la domenica pomeriggio, sapendo che nel cassetto della scrivania c’è un quaderno messo apposta per questa attività.

Come spiega molto bene James Clear nel suo libro “Atomic Habits”, la giusta routine (e il giusto ambiente) possono fare davvero la differenza e aiutarci a procedere più spediti nel nostro lavoro. Il nostro cervello è pigro e restio a intraprendere nuove attività, uscendo dalla confort-zone e impegnandosi in maniera attiva.

Se troviamo tanti ostacoli fra noi e l’attività che vogliamo intraprendere, è quasi certo che la pigrizia avrà la meglio e noi non inizieremo mai, continuando ad accampare scuse all’infinito. Ma se invece abbiamo già tutto pronto e stabilito – luogo, momento, modalità – esimersi dal fare quell’attività diventa impossibile.

Se abbiamo già il libro sul comodino accanto al letto, prenderlo e leggere qualche pagina non ci costa alcuna fatica. Allo stesso tempo, se il nostro quaderno e la nostra penna preferita ci attendono alla scrivania per la nostra routine di scrittura, perché non dovremmo utilizzarli?

Il posto per scrivere

Se è vero che si può leggere (quasi) dovunque, la scrittura avrebbe bisogno di un posto più intimo e privato. Ho scritto alcuni racconti (o pezzi di essi) in treno, nei corridoi dell’università, sulla spiaggia o seduta a terra fuori all’ufficio postale ancora chiuso, pur consapevole che si trattava di condizioni a dir poco estreme.

Finché non abbiamo trovato un angolino da dedicare esclusivamente alla scrittura, sarà difficile riuscire a lavorare con continuità e rigore – tutto sarà sempre arrangiato alla men peggio, e la qualità dei nostri lavori ne risentirà.

Non è necessario avere uno studio tutto per sé, un’enorme scrivania di legno e una Remington che torreggia su di essa (quest’ultima, tuttavia, mi piacerebbe possederla). Bastano un angolo di scrivania, un quaderno (o blocco degli appunti) e una penna, oppure un computer/macchina da scrivere.

Ovunque sia la nostra scrivania, l’importante è che ci sia la possibilità di chiudere la porta e isolarci dal resto del mondo – almeno per un’oretta. Chiudere la porta è una maniera per ribadire a noi stessi e agli altri che ci stiamo assumendo un impegno di massima importanza e che non siamo dei perdigiorno che strimpellano sulla tastiera (del computer).

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Il posto per leggere

Leggere richiede meno spazio e meno accessori (basta il libro), ma non meno concentrazione rispetto alla scrittura. Per motivarci a leggere di più e meglio possiamo creare una vera e propria routine di lettura nella quale incorporare, oltre a un buon libro, qualcosa da sgranocchiare o da bere e magari un quaderno per annotare i passaggi più belli della nostra lettura.

Oltre a ricavare in casa un posto fisico e temporale per leggere, qualsiasi posto in cui sappiamo che trascorreremo un tempo morto può rivelarsi prezioso. Sale d’attesa, poltrone del cinema o del teatro prima di uno spettacolo, code alla posta o al supermercato, treno, gabinetto – ogni luogo può diventare il “posto giusto” per una buona lettura.

Inoltre, non è da sottovalutare un cambio di prospettiva – e di mezzo di fruizione del libro. Se trascorriamo molto tempo alla guida dell’auto o camminando da un luogo all’altro, potremmo valutare l’opzione di ascoltare un audiolibro piuttosto che la solita playlist musicale che sappiamo ormai a memoria.

Sinceramente, non ho ancora provato ad ascoltare audiolibri, ma mi sono ripromessa di farlo presto. Non mancherò poi di condividere la mia esperienza qui sul blog (intanto, se vi va e siete pratici di libri ascoltati, potete lasciare qui sotto la vostra esperienza).

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In copertina c’è la mia gattina Eva, da poco entrata a far parte della famiglia della Strega.

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